
Om Mani Padme Hum — Il Mantra della Compassione Universale
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Il mantra Om Mani Padme Hum, noto anche come il "Mantra delle Sei Sillabe", è uno dei mantra più celebri nel mondo dello yoga e del buddhismo. Si tratta di una formula vibratoria che avvolge chi la recita in un campo di compassione profonda.
Non fa riferimento a una divinità esterna, ma simboleggia il gioiello nel loto del cuore — la consapevolezza che emerge dalla vita, anche nei suoi aspetti più difficili.
Lo stesso Dalai Lama afferma che il suo significato è “grande e vasto”, poiché racchiude tutti gli insegnamenti del Buddha in sei parole.
Il significato delle sillabe
Le sei sillabe hanno una forza vibrazionale e simbolica potente:
Om – il suono dell’universo, l’origine di tutto
Mani – significa “gioiello”, e rappresenta l’intenzione altruistica di raggiungere l’illuminazione per il bene di tutti
Padme – è il “loto”, simbolo della saggezza che cresce anche nel fango
Hum – rappresenta l’unione indivisibile di metodo e saggezza, di compassione e consapevolezza
Una pratica di guarigione nel presente
Recitare Om Mani Padme Hum non serve solo per ottenere benefici futuri, ma è una pratica di purificazione qui e ora.
Aiuta a svuotare la mente dalle illusioni e a portare attenzione e compassione nel cuore.
Spesso viene cantato per calmare i sensi, per riequilibrare i chakra, per portare energia dove serve.
La recitazione di gruppo crea connessione e armonia. Le voci si uniscono in una vibrazione comune, che cura non solo l’individuo, ma anche il campo collettivo.
Benefici della ripetizione del mantra
Chiarisce la mente, allontanando l’ego
Libera le impressioni karmiche che trattengono il cambiamento
Rafforza il tipo di persona che desideriamo diventare
Svuota il corpo emotivo e attiva la consapevolezza interiore
Un mantra che ha superato i confini
Sebbene sia nato nel Buddhismo tibetano, Om Mani Padme Hum è oggi usato anche nello yoga, nell’Hinduismo, e in molte pratiche laiche.
Il suo suono ha superato confini culturali e religiosi, diventando un ponte tra le persone che desiderano pace, compassione e saggezza.

Curiosità: la Cerimonia del Cappello Nero
Molti secoli fa, un sovrano tibetano sognò il Karmapa — il capo spirituale del lignaggio Karma Kagyu — mentre indossava un cappello nero tempestato di gemme.
Nel sogno, il maestro entrava in uno stato di coscienza alterato e recitava Om Mani Padme Hum, irradiando una luce abbagliante e benedicendo i presenti.
Al risveglio, il sovrano fece realizzare quel cappello, lo offrì al Karmapa, e così nacque la Cerimonia del Cappello Nero.
Significato della cerimonia
Durante questo raro rito:
Il Karmapa indossa il Cappello Nero
Tiene un mala di quarzo ialino
Recita il mantra per 108 volte, trasmettendo benedizioni a tutti
Il cappello simboleggia la mente illuminata, l'’unione tra vuoto e compassione e la protezione da illusioni e inganni mentali
Una pratica riservata
Questa cerimonia è oggi rarissima e considerata esoterica.
L’ultimo Karmapa a eseguirla pubblicamente fu Rangjung Rigpe Dorje, negli anni ’70 e ’80 in Europa e America.
L’attuale Karmapa non l’ha mai eseguita pubblicamente, anche per ragioni politiche.
Il Cappello Nero è anche chiamato:
Cappello della Liberazione
Cappello che doma i demoni delle illusioni
Secondo la leggenda, non è fatto solo di tessuto, ma di energia karmica positiva donata da mille dakinī, entità femminili risvegliate.
Mala e pratica personale
Per recitare questo mantra, puoi usare un mala in quarzo ialino, con 108 grani, nodo a nodo.
Questo tipo di mala è considerato particolarmente puro e potente, usato dai maestri per accompagnare la pratica del Mani.
Ogni grano è un passo verso il cuore.